Ettore Scola morto, addio al maestro della risata amara e popolare che negli anni 70 raccontava l’Italia di oggi
di Davide Turrini
Se ne va l’autore che della commedia all'italiana di Monicelli, Comencini, Risi e Germi aveva forgiato una versione più raffinata e potente, coraggiosa e militante, dal grande respiro storico. La sua cinematografia tocca l’apice di successo e di pubblico con C’eravamo tanto amati (1974) e Una giornata particolare (1977), ma La più bella serata della mia vita (1972) e Brutti, sporchi e cattivi scolpiscono nell'immaginario collettivo il ritratto impietoso e sublime di un Paese perennemente uguale a se stesso
Ora il capitolo è chiuso. La lunga vita della commedia all’italiana è definitivamente finita la scorsa notte, quando anche Ettore Scola, 84 anni, ci ha lasciati. Il cuore ‘stanco’ di uno dei registi che con Mario Monicelli, Dino Risi, Nanni Loy, Luigi Comencini,Pietro Germi, Luigi Zampa, ha scolpito su pellicola il linguaggio della risata più amara e più bella, più popolare e più coscienziosa, ha cessato di battere. Se ne va l’autore che di quella commedia ne aveva come forgiata una sua versione più raffinata e potente, coraggiosa e militante, dal respiro storico e autoironico. Signorile e mai sopra le righe Scola lo è stato sempre.